Rose_Line
Una parola non dice nulla... E allo stesso tempo nasconde Tutto ... ..
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martedì 14 febbraio 2023
Dove vai.. quando la vita esagera?
sabato 11 febbraio 2023
Pianto e il Dolore
Gli antichi pensavano:
il dolore passerà quando avrete pianto le vostre lacrime,
e avevano dei lacrimatoi per la raccolta delle lacrime di dolore.
Lo facevano anche nell'antica Roma.
Quando la boccetta era piena le lacrime
si versavano sulla tomba del defunto o si donavano agli dei.
Gli dei avrebbero mandato una consolazione ad un cuore affranto.
Nell'Inghilterra vittoriana il lacrimatoio ("lachrimatory")
lo portavano al collo, come un medaglione.
Quando scendevano le lacrime la boccetta si apriva e poi si chiudeva accuratamente.
Passato un anno, si toglieva il coperchietto per far evaporare le lacrime.
Insieme alle lacrime si evaporava anche il dolore,
restava soltanto la memoria di una persona amata...
E' una saggia invenzione, il lacrimatoio.
Una persona in lutto deve piangere il dolore, e, raccogliendo le lacrime,
si trattiene dallo sprofondare nel baratro di un dolore ancora più grande.
Quando stai raccogliendo le tue lacrime con la tua boccetta, questo ti distrae.
In un anno questa occupazione diventa un rituale,
e i rituali sostengono e consolano,
rafforzano le difese psicologiche:
hai pianto la tua perdita, hai raccolto le tue lacrime, che poi si sono evaporate.
Finiva il brutto periodo, iniziava una nuova vita.
E ti rimaneva un piccolo e delicato flacone, come un ricordo.
Il dolore si trasformava in un ricordo.
Forse è per questo che non esisteva la depressione, a quei tempi?
martedì 1 novembre 2022
Il punto debole di una persona è e sarà sempre
un nome che ha nel cuore.
Perché non importa quanto tempo passa,
quanti altri occhi possa guardare,
quel nome ti resterà dentro come un tatuaggio sul cuore.
Quanto tempo serve per dimenticare qualcuno?
A volte bastano pochi secondi, altre volte ci metti anni.
Poi ci sono quelle persone che non dimentichi;
Puoi sostituirle, tradirle, ignorarle, o incontrare nuovi amori, nuovi sogni,
ma certe persone no,
sono indimenticabili, e non c’è cura.
Perché da qualche parte dentro di te stanno ancora sorridendo
e quel sorriso
riesce ancora a stingerti il cuore.
giovedì 11 marzo 2021
21 Marzo 2020
. ... la natura prosegue il suo cammino con tutto il suo splendore!
La perdita .. di un padre - 11 marzo 2020
“Ti ho visto scendere le scale con incertezza e con dolore, emaciato dalla febbre.
Ti ho visto affidarti a mani a te sconosciute,
seppur gentili ,un viso nascosto da una mascherina da occhiali protettivi,
dai quali si intravedevano occhi gentili ,
26/04/2020
Alla fine non è andato tutto bene.
È successo tutto e il contrario di tutto, rinnegando e smentendo tutto quello che è stato detto e non detto.
Perché, diciamocelo, ci hanno raccontato il bello e il buono, tralasciando la melma in cui si giocava la partita della nostra vita.
Chi non doveva ammalarsi si è ammalato.
Chi non doveva morire è morto nella solitudine più desolante.
Chi doveva stare tranquillo, perché c’erano le istituzioni a vegliare sul popolo italiano, piange gli affetti più cari con la preoccupazione del portafogli vuoto. E del frigorifero vuoto.
Chi rassicurato aspettava il suo sussidio, il salvagente per la propria azienda, due soldini per arrivare a fine mese nonostante la pandemia, si ritrova in banca a chiedere l’elemosina.
Andrà tutto bene. Dicevano.
E invece abbiamo accumulato più morti della Cina, morti neanche meritevoli di un funerale.
Ci ritroviamo, come al solito, col senno del poi. Che oggi a cosa serve se non ad alimentare il rammarico del “se”.
Se avessero messo da parte la burocrazia scavalcando qualsiasi ostacolo pur di aiutarci davvero.
Se avessero messo da parte l’orgoglio politico per tutelare e salvaguardare la dignità della gente.
Se avessero guardato più attentamente negli occhi terrorizzati dei malati, dei figli, delle mogli, dei padri, e dei medici e degli infermieri che continuano a fare la conta delle perdite. E che muoiono, anche loro, assurdamente e banalmente per la mancanza dei presidi sanitari che sono alla base di una sanità degna di questo nome.
Tutto bene un cavolo.
Ne usciremo, non manca molto.
Ma ne usciremo con le ossa rotte, anzi stritolate. E valli a ritrovare tutti i pezzi.
È il puzzle della vita che questa volta ha mischiato proprio per bene le sue tesserine.
Dicono che siamo italiani e che siamo bravi ad incaSSare.
Ma attenzione a quelle due esse
Percezione di gruppo
Il confronto restituisce la consapevolezza che...
il nostro cuore batte,
batte forte,
e che c'è tanto di bello da rimettere in moto..
per ciascuno... per tutti...
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