Gli antichi pensavano:
il dolore passerà quando avrete pianto le vostre lacrime,
e avevano dei lacrimatoi per la raccolta delle lacrime di dolore.
Lo facevano anche nell'antica Roma.
Quando la boccetta era piena le lacrime
si versavano sulla tomba del defunto o si donavano agli dei.
Gli dei avrebbero mandato una consolazione ad un cuore affranto.
Nell'Inghilterra vittoriana il lacrimatoio ("lachrimatory")
lo portavano al collo, come un medaglione.
Quando scendevano le lacrime la boccetta si apriva e poi si chiudeva accuratamente.
Passato un anno, si toglieva il coperchietto per far evaporare le lacrime.
Insieme alle lacrime si evaporava anche il dolore,
restava soltanto la memoria di una persona amata...
E' una saggia invenzione, il lacrimatoio.
Una persona in lutto deve piangere il dolore, e, raccogliendo le lacrime,
si trattiene dallo sprofondare nel baratro di un dolore ancora più grande.
Quando stai raccogliendo le tue lacrime con la tua boccetta, questo ti distrae.
In un anno questa occupazione diventa un rituale,
e i rituali sostengono e consolano,
rafforzano le difese psicologiche:
hai pianto la tua perdita, hai raccolto le tue lacrime, che poi si sono evaporate.
Finiva il brutto periodo, iniziava una nuova vita.
E ti rimaneva un piccolo e delicato flacone, come un ricordo.
Il dolore si trasformava in un ricordo.
Forse è per questo che non esisteva la depressione, a quei tempi?
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