“Ti ho visto scendere le scale con incertezza e con dolore, emaciato dalla febbre.
Ti ho visto affidarti a mani a te sconosciute,
seppur gentili ,un viso nascosto da una mascherina da occhiali protettivi,
dai quali si intravedevano occhi gentili ,
Forse quegli occhi ti hanno rassicurato,
O forse no!!!
Ti ho visto uscire dalla nostra casa,
con timore, il tuo sguardo impaurito ...
Di chi sa !!!!!
Ti ho detto con voce tremante, che saresti stato solo ;
Mi guardasti quell' ultima volta ....
Ti ho visto allontanarti da noi ,
Il viso di un vecchio a me sconosciuto,
Di te ricordo la forza, la vitalità, il carattere di un grande uomo ,
Con lo spavento negli occhi febbricitanti, ti allontanavi da noi .
Ho sentito il mio cuore fermarsi per il dolore,
fermo ,impietrito, sentivo l' amaro del terrore riempirmi la bocca,
perché in me cresceva la certezza che non ti avrei più rivisto,
essa mi accompagnò per giorni.
E fu in una notte di quasi primavera,
Che urlai tutto il mio dolore “
(Cinzia Cupaiola- 6/04/2020)
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